Come Fare il Restyling del Tuo Sito Web in Sicurezza Senza Perdere Traffico o Performance SEO
Sommario breve: Fare il restyling di un sito web esistente è rischioso perché non è come partire da zero. Molti restyling causano perdite di traffico non a causa di elementi visivi scadenti, ma a causa di modifiche sconsiderate al contenuto, alla struttura SEO e al flusso degli utenti. Per evitare ciò, segui la Tecnica di Restyling BBCS™:
- Identifica cosa funziona già
- Proteggi cosa funziona
- Cambia una cosa alla volta per isolarne gli effetti
- Quando un cambiamento migliora le performance, consolidalo e documentalo
- Riutilizza altrove, con cautela, ciò che funziona
- Monitora attentamente le performance dopo ogni modifica
- Coinvolgi un esperto SEO

Sommario meno breve
Il restyling di un sito web è rischioso. Non stai partendo da zero. Stai lavorando su un sito web funzionante, quindi non trattarlo come se stessi dipingendo su una tela bianca. Per evitare i comuni (e costosi) errori di restyling, tieni a mente questi punti chiave:
- Non modificare tutto in una volta sola [Leggi di più].
- Non procedere al restyling solo perché il sito a qualcuno sembra vecchio [Leggi di più].
- Alla moda ≠ Efficace [Leggi di più].
- Le preferenze del tuo designer non dovrebbero guidare le decisioni [Leggi di più].
- Anche la sostituzione di un'immagine può influire sulla SEO [Leggi di più].
- Cambiare le intestazioni è particolarmente rischioso [Leggi di più].
- Cambiare significativamente i contenuti? Anche questo è un rischio [Leggi di più].
- Mantenere gli stessi URL non ti mette al sicuro [Leggi di più].
- Google non si adatterà automaticamente alle tue modifiche [Leggi di più].
Gestisci gli elementi SEO critici con estrema attenzione: tag Title, meta description, intestazioni, struttura degli URL e contenuto della pagina.
Segui la Tecnica di Restyling BBCS™ per ridurre i rischi e migliorare le prestazioni:
- Fase 1: Identifica ciò che funziona [Leggi di più]
- Fase 2: Proteggi ciò che già funziona [Leggi di più]
- Fase 3: Cambia una cosa alla volta [Leggi di più]
- Fase 4: Mantieni le modifiche che funzionano [Leggi di più]
- Fase 5: Applica le modifiche altrove (con cautela) [Leggi di più]
- Fase 6: Monitora attentamente dopo le modifiche [Leggi di più]
- Fase 7: Valuta di lavorare con un esperto SEO [Leggi di più]
Questo approccio si applica anche quando:
- Vuoi un inizio completamente nuovo [Leggi di più]
- Sei sotto pressione per rispettare una scadenza [Leggi di più]
- Stai facendo un rebranding o una fusione [Leggi di più]
- Pensi che “tanto non sta funzionando nulla” [Leggi di più]
- Hai visto qualcun altro farlo, e sembrava fantastico [Leggi di più]
- Il nuovo design “ti sembra migliore” [Leggi di più]
Non sei ancora convinto? Impara dai fallimenti del mondo reale:
- Restyling di Gawker Media (Febbraio 2011)
- Restyling di Digg v4 (Agosto 2010)
- Restyling e-commerce di Marks & Spencer (2014)
- Restyling di StumbleUpon (Dicembre 2011)
- Segnalazioni anonime su Reddit e supporto Google
E attenzione: i migliori video di YouTube sul “restyling di siti web” spesso ignorano completamente la SEO. Esempi recensiti:
- “Website Redesign #3 | Clean and Premium” – Ran Segall
- “Website Redesign: Good to Great” – Matt Brunton
- "Small Business Website Redesign" – Maddy Beard
- “Restyling del sito web: come evitare penalità da Google” (esempio parzialmente positivo)
- “Restyling sito web e perdita di posizioni su Google” (esempio positivo)
In conclusione: Non unirti alla schiera dei Killer SEO. I restyling non devono giocare d'azzardo con ciò che funziona, ma proteggerlo."
#BBCS #BBCSsitiInternet #TecnicadiRestylingBBCS
Quali sono gli errori più comuni nel restyling di un sito web?
Molti designer e imprenditori intraprendono un restyling del sito con una comprensione superficiale di come i motori di ricerca percepiscono e gestiscono le modifiche. Queste idee errate, spesso dovute a una scarsa conoscenza della SEO (e talvolta a un’eccessiva sicurezza dei designer), sono tra le cause principali di cali significativi di traffico e visibilità.
Vediamo ora nove delle idee errate più comuni che portano a restyling affrettati, e perché agire senza dati e strategia può compromettere tutto il lavoro fatto in passato:
Idea errata 1:
Un restyling significa fare modifiche tutte in una volta
Un’idea diffusa è che il restyling di un sito implichi modificare layout, grafica, testi e struttura tutti in una volta. Questo approccio tipo “big bang” può sembrare appagante, ma è estremamente rischioso.
Anche se la motivazione sembra valida (cioè migliorare l’esperienza utente, aggiornare un layout “datato” o allinearsi a un nuovo brand) cambiare tutto in blocco impedisce di capire cosa funzionava e cosa no. Inoltre, non si lascia a Google il tempo di adattarsi. Questo può causare gravi cali nel ranking, perdita di traffico e, nei casi peggiori, la completa scomparsa del sito dall’indice di Google. Tali modifiche possono cancellare anni di dati storici, link equity e segnali di posizionamento, costringendo il sito a riconquistare tutto da capo.
Idea errata 2:
Il sito deve sembrare “moderno”
Molti restyling nascono solo dalla sensazione che il sito “sembri vecchio”. Magari non viene aggiornato da anni. Forse il layout non entusiasma il designer. Oppure non segue le tendenze del momento.
Ma la verità è questa: l’età, da sola, non è mai un motivo valido per un restyling. Un sito datato potrebbe avere ottimi posizionamenti, convertire bene e offrire un’interfaccia familiare agli utenti abituali. Cambiarlo solo per inseguire un “look moderno” è rischioso, soprattutto se le modifiche non sono supportate dai dati.
Fare un restyling solo perché ci si è stancati di come appare il sito web, o solo perché si desidera stupire gli stakeholder, può dare una soddisfazione momentanea, ma si rischia di allontanare gli utenti fedeli, compromettere la visibilità SEO e ridurre le conversioni.
Idea errata 3:
Il sito deve seguire gli ultimi trend del design
“Glassmorphism”, “micro-interactions”, “parallax scrolling” e altri tipi di tendenze nel design incluse le mode annuali delle animazioni sono termini e argomenti che entusiasmano le community di designer, ma le tendenze vanno e vengono. Inoltre, ciò che funziona per l’homepage di una startup tech, potrebbe solo confondere o rallentare i tuoi utenti.
Andare di moda non significa essere efficace. Aggiungere script pesanti, animazioni o layout poco convenzionali può compromettere le prestazioni, soprattutto su dispositivi mobili, dove naviga la maggior parte degli utenti.
Chiediti: questo stile serve davvero al tuo obiettivo o è solo un vezzo estetico?
Le tendenze devono essere al servizio dell’utente, non distrarlo dal messaggio. Se un trend migliora la fruibilità e i dati lo confermano, ben venga. Altrimenti, meglio concentrarsi su ciò che funziona.
Idea errata 4:
Conta la prima impressione del designer
Molti restyling sono influenzati dalla prima impressione del designer: “Questo sito mi disorienta”, “Il layout è noioso”, “Non mi piace il font.” Ma a meno che il tuo target non sia composto da web designer, le loro preferenze contano poco.
Un designer può valutare un sito da nuove angolazioni, ma questo è rilevante solo se rispecchia le esigenze degli utenti reali. Il punto importante è: chi sono i tuoi utenti? Sono adolescenti o pensionati? Esperti di tecnologia o meno? Principalmente uomini o donne? Navigano da desktop o da mobile?
Il design deve servire il pubblico reale, non il gusto personale di chi lo crea. Ciò che a un designer sembra “noioso” potrebbe essere esattamente ciò che gli utenti trovano intuitivo ed efficace.
Un buon design è empatico e guidato dai dati, non dalle sensazioni.
Idea errata 5:
Sostituire un’immagine non è rischioso
Potresti essere tentato di sostituire un’immagine solo perché sembra vecchia o di bassa qualità. Ma quell’immagine potrebbe avere un valore nascosto, soprattutto su Google Immagini.
Se è indicizzata e ben posizionata, rimuoverla o cambiarla può far perdere traffico e visibilità. Potresti anche interrompere backlink o collegamenti basati sull’immagine provenienti da altri siti. L’immagine potrebbe persino contribuire ai segnali SEO complessivi della pagina.
Mai sottovalutare il valore di asset già indicizzati.
Idea errata 6:
Cambiare le intestazioni non è rischioso
Le intestazioni non sono solo elementi visivi: sono segnali SEO fondamentali che comunicano ai motori di ricerca la struttura e la gerarchia semantica dei contenuti. L’H1, in particolare, è considerato l’argomento principale della pagina.
Se le tue attuali intestazioni sono state create sulla base di una ricerca di keyword, strutturate per chiarezza e stanno performando bene in SERP, cambiarle potrebbe distruggere il ranking da un giorno all’altro.
Un errore comune nei restyling è riscrivere le intestazioni per migliorare lo “stile” o la “chiarezza”, ignorando le keyword per cui erano state ottimizzate. Così facendo, si rischia di de-ottimizzare la pagina. Se le nuove intestazioni non contengono più le keyword che prima portavano traffico o se la gerarchia risulta illogica, Google potrebbe riconsiderare la pertinenza della pagina e ridurne drasticamente il posizionamento.
Chiediti: questa intestazione era ben posizionata? Faceva parte di una strategia SEO strutturata? Se la risposta è sì, non modificarla senza testare alternative e monitorare i risultati.
Idea errata 7:
Rielaborare i contenuti è sempre utile e li rende “attuali”
Anche se aggiornare regolarmente i contenuti è in genere positivo per la SEO, modifiche drastiche durante un restyling possono essere dannose. Se i tuoi contenuti erano ben ottimizzati per determinate keyword, offrivano risposte complete e avevano ottenuto backlink di valore, riscriverli senza criterio può compromettere tutta questa rilevanza. Contenuti che diventano significativamente più brevi, cambiano argomento principale o perdono keyword fondamentali rischiano di perdere autorità e posizionamento.
Inoltre, anche modifiche al testo circostante e ai collegamenti interni, o la rimozione di dettagli di supporto, possono influire sulla comprensione complessiva della pagina da parte di Google, causando cali inattesi nei posizionamenti.
Idea errata 8:
Se gli URL non cambiano, non ci sono rischi SEO
Mantenere gli URL invariati sarebbe l'ideale per preservare la link equity e ridurre la complessità dei redirect, ma persino questo non garantirebbe automaticamente la sicurezza SEO. Anche senza modificare gli URL, cambiamenti significativi al codice, al rendering o alla struttura dei link interni possono creare nuovi problemi.
È proprio questo tipo di cautela che ha raccomandato John Mueller di Google, anche in scenari in cui non cambiano né i contenuti né la struttura degli URL.
Idea errata 9:
Google capirà automaticamente tutte le modifiche e reindicizzerà correttamente

Questa è un’ipotesi pericolosa. Google è sofisticato, ma si basa su segnali chiari. Quando modifichi in modo significativo una pagina, interrompi il suo profilo storico. Gli algoritmi di Google dovranno rivalutare la pagina e potrebbero trattarla come se fosse completamente nuova, facendole perdere l’autorità conquistata.
In sintesi: I restyling spesso falliscono perché vengono trattati come rifacimenti estetici anziché come aggiornamenti strategici. Non cambiare tutto in blocco solo perché il sito sembra datato. Le mode non sono sempre efficaci. I gusti dei designer non contano. Contano i dati. Anche piccole modifiche, come cambiare un’immagine o un’intestazione, possono danneggiare la SEO. Grandi modifiche ai contenuti o alla struttura sono rischiose, anche se gli URL non cambiano. E no, Google non si adatterà automaticamente. Un restyling di successo deve basarsi sui dati, non su intuizioni o preferenze personali.
Elementi cruciali per la SEO da trattare con la massima cura
Ogni elemento on-page contribuisce alla SEO in qualche modo, ma alcuni hanno un peso decisamente maggiore nell’influenzare il posizionamento e mantenere alta l’attenzione degli utenti. Pensa a questi elementi come a porcellane di valore: fragili, preziose e da maneggiare con estrema cura.
Ecco una panoramica degli elementi SEO on-page più importanti, classificati per priorità, da trattare con particolare attenzione durante un restyling: Il tag Title è una stringa di testo relativamente breve che comunica ai motori di ricerca e agli utenti qual è l'argomento della pagina. Poiché fa parte del codice HTML sorgente, non è qualcosa che gli utenti vedono direttamente sulla pagina. È visibile invece principalmente in due punti: Ecco come appare il codice: <head> Se cerchi “restyling sito web” su Google, uno dei risultati potrebbe apparire così: Hai visto quel titolo blu in alto? È preso direttamente dal tag Title (a meno che Google non lo riscriva, cosa che a volte succede). Ricorda: se una pagina funziona bene, tratta il suo tag Title con estrema cautela. La Meta Description è un breve riassunto di ciò che contiene una pagina. Come il tag Title, fa parte del codice HTML, quindi di solito non è visibile direttamente sulla pagina. Compare però spesso sotto il titolo nei risultati di ricerca di Google. Ecco come appare il codice: <head> Se cerchi “restyling sito web” su Google, un risultato potrebbe apparire così: Hai visto quel secondo paragrafo, il testo sotto il titolo? È preso dalla Meta Description (a meno che Google non decida di sostituirlo con un estratto della pagina). Tecnicamente, la Meta Description non influenza direttamente il posizionamento su Google. Ma resta comunque fondamentale. Ecco perché: Ricorda: se una pagina funziona bene, tratta la sua Meta Description con estrema cautela. Il tag H1 (abbreviazione di “Heading 1”) è di solito il titolo principale di una pagina web. Fa parte del contenuto visibile. Quindi, a differenza del tag Title o della Meta Description, è effettivamente visibile sulla pagina. Indica sia agli utenti sia ai motori di ricerca qual è l’argomento principale della pagina. Ecco come appare il codice: <h1>Come Fare il Restyling del Tuo Sito Web in Sicurezza Senza Perdere Traffico o Performance SEO</h1> Quando apri un articolo, un post o una pagina prodotto, hai presente il grande titolo in evidenza in cima alla pagina? Di solito è l’H1. Per esempio: Come Fare il Restyling del Tuo Sito Web in Sicurezza Senza Perdere Traffico o Performance SEO 👆 Questo è l’H1 che introduce il contenuto. Anche se non è una “bacchetta magica” per la SEO, un H1 ben scritto ha un doppio vantaggio: aiuta sia i motori di ricerca a comprendere la pagina sia gli utenti a orientarsi. Ricorda: se una pagina funziona bene, tratta il suo H1 con estrema cautela. Un URL (abbreviazione di Uniform Resource Locator) è semplicemente l’indirizzo web di una pagina, quello che digiti o su cui clicchi per accedere a un sito web. La struttura degli URL è il modo in cui questi indirizzi sono organizzati all’interno del sito. È il formato dei tuoi link, quanto sono semplici, leggibili e logici. Ecco un esempio: https://bbcs Scomponiamolo: Una buona struttura degli URL aiuta sia le persone sia i motori di ricerca: Buono: https://www.example.com/blog/restyling-sito ✅ Chiaro Cattivo: https://www.example.com/index.php?id=47382&cat=99 🚫 Confuso Ricorda: se una pagina funziona bene, tratta la sua struttura degli URL con estrema cautela. Il contenuto della pagina è la parte principale della tua pagina web. È quanto un visitatore può leggere o guardare e con cui può interagire una volta che la pagina è caricata. In breve: è ciò di cui la pagina parla realmente. Questo include: È inserito nell’HTML in questo modo: <body> Quindi, quando qualcuno visita la tua pagina, il contenuto è ciò che legge e scorre. È il cuore della pagina. Il contenuto è uno degli elementi più importanti per la SEO. Perché? Perché dice ai motori di ricerca e ai lettori: I motori di ricerca come Google analizzano il contenuto per decidere: Se il tuo contenuto risponde davvero bene alla domanda dell’utente, hai molte più probabilità di apparire in alto nei risultati. Quando fai un restyling, se la tua pagina si posizionava già bene per determinate keyword che generavano traffico e conversioni, modificare il contenuto, soprattutto rimuovendo o riscrivendo frasi chiave, può compromettere questa rilevanza. Questo accade spesso quando il contenuto viene accorciato, semplificato troppo o aggiornato senza considerare la SEO. Anche “migliorare” il testo con una grammatica più pulita o una leggibilità migliore può essere rischioso se comporta la modifica o la rimozione di termini che ti aiutavano a posizionarti. Ricorda: se una pagina funziona bene, tratta il suo contenuto con estrema cautela. I link interni sono collegamenti che vanno da una pagina di un sito a un’altra pagina dello stesso sito. Quindi, se stai leggendo un articolo di un blog e clicchi su un link che ti porta a un altro articolo, a una pagina prodotto o alla home page sempre all’interno dello stesso sito, quello è un link interno. Ecco come appare in HTML: <a href="/tecniche-e-approcci-bbcs.html" title="Tecniche e approcci BBCS.">Principi alla base della Tecnica di Restyling BBCS™</a> Questo link porterebbe alla pagina di questo stesso sito che spiega i principi su cui si basano le tecniche e gli approcci della BBCS. I link interni sono fondamentali sia per la SEO che per l’esperienza utente. Ecco perché: Pensa ai link interni come alla mappa e ai percorsi che guidano Google e gli utenti attraverso il tuo sito. Supponiamo di voler aggiungere qui, in questo articolo, un link che porta a un’altra pagina del nostro sito bbcs.it. Scriveremmo: “Per comprendere la strategia che guida ogni decisione visiva e strutturale, dai un’occhiata ai principi alla base della Tecnica di Restyling BBCS™.” Quel link blu sottolineato alla pagina “principi alla base della Tecnica di Restyling BBCS™” è come apparirebbe un link interno. Semplice, utile ed efficace. Ricorda: se una pagina funziona bene, tratta i suoi Link Interni (e quelli provenienti da altre pagine) con estrema cautela. Il testo Alt (abbreviazione di testo alternativo) è una breve descrizione che aggiungi a un’immagine nel codice HTML del tuo sito. Gli utenti di solito non lo vedono sulla pagina, ma è presente dietro le quinte per descrivere l’immagine. Ecco un esempio di come appare nel codice: <img src="https://bbcs Quella descrizione dopo l'attributo “Alt” è il Testo Alt, che serve a spiegare alle persone e ai motori di ricerca di cosa tratta l’immagine. Il testo Alt ha due funzioni principali: ✅ 1. Accessibilità ✅ 2. SEO (Ottimizzazione per i Motori di Ricerca) Supponiamo che tu abbia una pagina come questa con un’illustrazione che mostra l’importanza di fare il restyling di un sito modificando un elemento alla volta. Invece di lasciare l’immagine senza Testo Alt o chiamarla semplicemente “immagine1.jpg,” scrivi: <img src="https://bbcs Questa descrizione aiuta sia chi utilizza uni screen reader sia Google a capire cosa mostra l’immagine. Ricorda: se una pagina funziona bene, tratta il Testo Alt di tutte le sue immagini con estrema cautela. H2, H3, H4 e così via sono chiamati tag di Intestazione. Servono a organizzare i contenuti in sezioni e a rendere la pagina più facile da leggere, sia per le persone che per i motori di ricerca. Pensali come i sottotitoli di un libro: Ecco un esempio: <h1>Scopri la Tecnica di Restyling BBCS™</h1> Vedi come questo crea una struttura chiara? Pensa alle intestazioni come a segnali stradali che guidano sia i visitatori sia i motori di ricerca attraverso i tuoi contenuti. Ricorda: se una pagina funziona bene, tratta i suoi H2, H3, ecc. con estrema cautela.🏷️ 1. Tag Title
<title>Restyling Sito Web Senza Rischiare SEO e Traffico: Tecnica di Restyling BBCS™</title>
</head>📍Esempio pratico
🔍 Perché il tag Title è importante per la SEO
📝 2. Meta Description
<meta name="description" content="Scopri come fare il restyling del tuo sito web senza perdere traffico o posizionamento SEO. Strategie comprovate, casi reali e consigli qualificati per proteggere ciò che funziona e migliorare in sicurezza con la Tecnica di Restyling BBCS™.">
</head>📍 Esempio pratico
🔍 Perché la Meta Description è importante per la SEO
🏷️ 3. Tag H1
📍Esempio pratico
🔍Perché l’H1 è importante per la SEO
🔗 4. Struttura degli URL
🧭 Perché la struttura degli URL è importante
✅ Per gli utenti:
✅ Per Google:
🔍 Buono e cattivo esempio
✅ Descrittivo
✅ Facile da leggere
🚫 Nessun contesto
🚫 Difficile da ricordare o condividere🧾 5. Contenuto della pagina
<h1> ... </h1>
...
<>Elementi cruciali per la SEO da trattare con la massima cura</>
<p>Ogni elemento on-page contribuisce alla SEO in qualche modo, ma <b>alcuni hanno un peso decisamente maggiore</b>...</p>
...
</body>🔍 Perché il contenuto della pagina è fondamentale
🔗 6. Link interni
🧭 Perché i link interni sono importanti
✅ Per i visitatori:
✅ Per i motori di ricerca (come Google):
📚 Esempio Pratico
🖼️ 7. Testo Alt delle immagini
👩🦯 Perché il Testo Alt è Importante
Se una persona è non vedente o ipovedente e utilizza uno screen reader, il testo Alt è ciò che viene letto ad alta voce. È il modo in cui “vede” l’immagine.
Google e gli altri motori di ricerca non possono “vedere” le immagini come gli esseri umani (almeno non ancora). Si affidano al testo Alt per capire cosa mostra un’immagine. Se è scritto bene ed è pertinente, è più probabile che le immagini possano apparire in Google Immagini, oltre a migliorare la SEO complessiva della pagina.🔍 Esempio Pratico
🏷️ 8. Tag di Intestazione (H2, H3, ecc.)
...
<h2>Fase 1: Identifica cosa funziona</h2>
...
<h3>1. Tra i primi posti nei risultati dei motori di ricerca</h3>
...
<h3>2. Traffico organico costante</h3>
...
...
<>Fase 2: Proteggi ciò che già funziona</>
...
<>Fase 3: Cambia una cosa alla volta</>
...📚 Perché i tag di Intestazione sono importanti
✅ Per i lettori:
✅ Per i motori di ricerca:
In sintesi: Alcuni elementi del tuo sito hanno un peso SEO elevato e non devono mai essere modificati con leggerezza durante un restyling. Tra questi: tag Title, Meta Description, Intestazioni, struttura URL, contenuto della pagina, link interni e testo Alt delle immagini. Ognuno di essi aiuta i motori di ricerca a capire e classificare i tuoi contenuti. Cambiarli senza una chiara motivazione basata sui dati può portare a perdita di traffico. Tratta questi componenti con estrema cautela: preserva ciò che funziona, modifica solo quando è utile e testa sempre prima di applicare.
Come fare il restyling del tuo sito senza rischi
Naturalmente, questo non significa che non puoi mai modificare il tuo sito. Gli aggiornamenti a volte sono necessari. Ma devono essere eseguiti con intelligenza. Quanto segue si basa sulla Tecnica di Restyling BBCS™, una metodologia collaudata pensata per garantire che il restyling migliori le prestazioni invece di danneggiarle. Ecco come funziona: Prima di toccare un solo pixel o una riga di codice, devi sapere cosa il tuo sito sta già facendo bene. Questo significa analizzare i risultati reali, non solo come il sito appare o “sembra”, ma come effettivamente performa. Chiediti: Si posiziona bene su Google? È menzionato nelle AI Overviews? Raccoglie contatti? Genera vendite? Chi lo visita una volta, vi ritorna? Ecco 14 segnali concreti che mostrano che il tuo sito sta facendo il suo lavoro. Anche se riscontri che ci sono solo alcuni segnali positivi, significa che hai qualcosa che vale la pena proteggere. In definitiva, questo è il segnale più forte: il tuo sito genera entrate. Che si tratti di vendite di prodotti, prenotazioni, abbonamenti o servizi, di una cosa puoi essere certo: vendite = successo. Un sito che convince i visitatori ad agire compiendo azioni come iscriversi a una newsletter o compilare un modulo, sta facendo il suo lavoro. I siti efficaci trasformano il traffico in valore. Se una pagina appare nella prima pagina di Google, soprattutto nelle prime 3 posizioni o in qualsiasi risposta AI, è considerata una top performer. Questo dimostra che il contenuto è ottimizzato, pertinente e considerato affidabile da Google. Ottenere un flusso costante di traffico da Google e dagli altri motori di ricerca nel tempo significa che il tuo sito viene trovato in modo naturale, senza pagare per gli annunci. Questo è un segnale chiave di un sito sano e facilmente individuabile. Se le persone arrivano su una pagina del tuo sito e se ne vanno subito, è un cattivo segnale. Se invece vi rimangono a lungo oppure comunque visitano altre pagine del tuo sito (in base allo scopo della pagina), significa che i visitatori hanno trovato ciò che si aspettavano e restano per esplorarne i contenuti. Metriche come tempo sulla pagina, pagine per sessione o profondità di scroll mostrano che gli utenti interagiscono davvero con i tuoi contenuti non limitandosi a cliccare e uscire. Se le persone vedono la tua pagina nei risultati di ricerca e scelgono di cliccare proprio lei, significa che il tuo tag Title e la tua Meta Description stanno funzionando. Se gli utenti tornano regolarmente sul tuo sito, significa che stai offrendo valore continuo attraverso contenuti, prodotti o fiducia nel brand. Se stai facendo pubblicità (Google Ads, social media, ecc.) e il tuo sito trasforma quel traffico in profitti, significa che sta facendo il suo dovere supportando con successo le tue attività di marketing. Se le persone cercano il nome della tua azienda o arrivano sul tuo sito direttamente (senza referral), è un segno che conoscono e si fidano già del tuo brand. Se le persone condividono i tuoi contenuti o linkano il tuo sito dai loro, questo rappresenta una forte prova sociale e può aiutare a generare traffico e migliorare la SEO. Feedback reali (che arrivino da sondaggi, recensioni o apprezzamenti spontanei) dimostrano che il tuo sito sta facendo il suo lavoro: aiuta persone reali. Le metriche a cui tiene Google, come prestazioni di caricamento, interattività e stabilità visiva della pagina, contano per il ranking e per l’esperienza utente. Ottenere buoni punteggi significa avere una solida base tecnica. Se monitori i passaggi in un processo di acquisto o di iscrizione (canalizzazione o funnel di vendita), un basso tasso di abbandono significa che gli utenti arrivano fino in fondo senza fermarsi a metà. Se ti accorgi che nulla funziona (ci dispiace 😔), forse è il caso di fermarci qui e valutare di sostituire completamente il tuo sito. BBCS Siti Internet può aiutarti a migliorare le cose. Contattaci. Bene, se stai ancora leggendo significa che il tuo sito sta andando bene almeno su alcuni dei punti importanti menzionati sopra nella Fase 1. Complimenti! Ora che hai identificato ciò che il tuo sito sta facendo bene, non avere fretta di fare modifiche. Un restyling può sembrare entusiasmante o necessario, ma se mette a rischio i risultati che stai già ottenendo (come ranking, traffico o conversioni), i danni possono essere maggiori dei benefici. Prima di andare avanti, chiediti: Se il tuo sito funziona bene in aree chiave, valuta di migliorare solo ciò che è ai margini invece di ricominciare tutto da zero. Quantomeno, assicurati che qualsiasi piano di restyling includa strategie per preservare le prestazioni SEO attuali, il flusso degli utenti e i percorsi di conversione. A volte, la mossa più intelligente non è un restyling completo, ma un’evoluzione mirata. Hai deciso che il restyling vale il rischio. Ottimo, ma ora, procedi con calma. Non cambiare tutto in una volta sola. Se aggiorni il layout, riscrivi i contenuti e modifichi i tag SEO contemporaneamente, come farai a sapere cosa ha funzionato… o cosa ha avuto effetti negativi? Invece, cambia una cosa alla volta: il layout oppure i contenuti oppure il tag Title, e concedi un po’ di tempo per vedere quali sono i risultati. Poi chiediti: Le posizioni nei risultati di ricerca sono calate? Le conversioni sono aumentate? Gli utenti cliccano di più? Restano più a lungo? Ecco come misurare l’impatto di ogni cambiamento: A questo punto hai testato alcune modifiche e visto cosa ha davvero fatto la differenza. Alcuni aggiornamenti hanno migliorato le performance, magari un layout più pulito ha aumentato le conversioni, o un titolo più mirato ha generato più clic. Ora è il momento di consolidare quei risultati. Quando qualcosa funziona, trasformalo nel nuovo standard per quella pagina. Questo ti assicura di offrire costantemente una migliore esperienza utente edificando sui progressi fatti. Prendi appunti. Salva i risultati. Documenta quali modifiche hai fatto, cosa ha funzionato e cosa no. Facendo ciò, potrai rendere gli aggiornamenti futuri più rapidi, semplici e molto meno stressanti. Non fermarti a un solo successo. Cerca modi per applicare ciò che ha funzionato in un’area anche ad altre parti del tuo sito, ma fallo con attenzione.Fase 1: Identifica cosa funziona
👍 1. Generazione di ricavi
Come misurarlo:
👍 2. Manifestazioni d'interesse (lead)
Come misurarlo:
👍 3. Citato dalle AI e tra i primi posti nei risultati dei motori di ricerca
Come misurarlo:
👍 4. Traffico organico costante
Come misurarlo:
👍 5. Bassa frequenza di rimbalzo
Come misurarlo:
👍 6. Alto coinvolgimento
Come misurarlo:
👍 7. Alta percentuale di clic (CTR)
Come misurarlo:
👍 8. Tanti utenti di ritorno
Come misurarlo:
👍 9. Campagne a pagamento in attivo
Come misurarlo:
👍 10. Notorietà del brand
Come misurarlo:
👍 11. Condivisioni dai social e link da altri siti
Come misurarlo:
👍 12. Feedback positivi degli utenti e testimonial
Come misurarlo:
👍 13. Buone metriche di Core Web Vitals
Come misurarlo:
👍 14. Basso tasso di abbandono nelle canalizzazioni
Come misurarlo:
Fase 2: Proteggi ciò che già funziona
Se no, forse un restyling completo non è necessario. A volte piccoli miglioramenti portano più risultati dei grandi cambiamenti.
I restyling guidati da “sembra vecchio” o “vogliamo solo qualcosa di nuovo” rischiano di causare errori costosi se non sono supportati dai dati.
Quel post in cima alle SERP, quella pagina prodotto che genera lead o quel layout che converte così bene, se non fai attenzione potrebbero non sopravvivere a un restyling totale.Fase 3: Cambia una cosa alla volta
Verifica eventuali variazioni di traffico, bounce rate, tempo sulla pagina e conversioni. Confronta i trend prima e dopo la modifica.
Controlla se impressioni, posizione media o CTR aumentano o calano per la pagina modificata.
Se la pagina deve generare lead o vendite, traccia le azioni chiave come la compilazione di moduli o gli acquisti.
Tieni un registro di cosa hai cambiato e quando. Anche un foglio Excel può aiutare a collegare le modifiche ai risultati.
La maggior parte dei cambiamenti richiede almeno una o due settimane (a volte di più) per mostrare effetti chiari. Non avere fretta di giudicare.
Se hai abbastanza traffico, puoi eseguire un test A/B: metà dei visitatori vede la versione A, l’altra metà la versione B. È un ottimo modo per capire cosa funziona davvero, eliminando il rischio di basarsi su semplici supposizioni.
Strumenti come VWO, Optimizely o anche opzioni integrate in piattaforme come WordPress o Shopify possono aiutarti.Fase 4: Mantieni le modifiche che funzionano
Fase 5: Applica le modifiche altrove (con cautela)
Per esempio, chiediti:
- Un nuovo layout della pagina prodotto ha portato a più acquisti?
Prova ad applicarlo anche ad altre pagine prodotto. - Un nuovo titolo ha aumentato i clic?
Applica lo stesso tono o struttura ad altre pagine ad alto traffico. - La rimozione di elementi superflui ha migliorato il coinvolgimento degli utenti?
Verifica se puoi semplificare anche altre pagine.
Questa fase ha l'obiettivo di innescare un effetto domino virtuoso. Ma ricordati di validare sempre prima di dare per scontato che un successo sia replicabile. Ciò che funziona in un contesto potrebbe non funzionare in un altro. Bisogna sempre testare, osservare e adattare.
Fase 6: Monitora attentamente dopo le modifiche
Anche dopo aver testato e applicato le modifiche, il lavoro non è finito. Ora è il momento di osservare da vicino come il sito si comporta nel mondo reale.
A volte una modifica che sembrava intelligente in teoria può avere effetti collaterali imprevisti, come un calo nei risultati di ricerca, una riduzione della velocità su dispositivi mobili o utenti confusi che non trovano ciò di cui hanno bisogno.

Ecco come tenere tutto sotto controllo:
- Controlla regolarmente Google Analytics
Monitora eventuali cambiamenti improvvisi in traffico, frequenza di rimbalzo o conversioni. Confronta i dati prima e dopo le modifiche. - Controlla Search Console
Le posizioni nei risultati di ricerca possono variare inaspettatamente dopo aver effettuato le modifiche, soprattutto se hai cambiato tag Title, intestazioni o struttura della pagina. - Parla con gli utenti reali
Chiedi feedback a clienti o colleghi. Riescono a trovare ciò che cercano? Qualcosa li confonde? - Testa su diversi dispositivi
Verifica come il sito appare e funziona su dispositivi mobili, tablet e browser diversi. Anche spostare un semplice pulsante può ridurre o aumentare le conversioni. - Imposta un promemoria per ulteriori verifiche
Non controllare solo una volta. Imposta un promemoria per ricontrollare dopo 1 settimana e poi dopo 1 mese, così puoi confrontare i progressi.
Pensa a questa fase come al controllo dagli specchietti dopo aver cambiato corsia. Probabilmente sei sulla strada giusta, ma verificare non fa mai male. Nel fare il restyling di un sito internet senza perdere performance non ci si deve limitare solo all’aspetto visivo, ma anche a come viene trovato, alla sua funzionalità e a come converte. Anche se finora te la stai cavando bene, un esperto SEO può aiutarti a vedere le cose da angolazioni diverse, individuare rischi che potresti non vedere e aiutarti a prendere decisioni più intelligenti e rapide. Un esperto può: Se la SEO è cruciale per il tuo business (e spesso lo è), vale la pena avere al tuo fianco qualcuno che conosca queste dinamiche alla perfezione. Ed è proprio questo l’obiettivo della Tecnica di Restyling BBCS™: proteggere ciò che funziona, migliorare ciò che non funziona e guidarti in modifiche mirate e ottimizzate per la SEO. Contattaci se vuoi procedere con la prossima mossa nel potenziare l'efficacia del tuo sito.Fase 7: Valuta di lavorare con un esperto SEO
In sintesi: Un restyling sicuro significa seguire un processo disciplinato e basato sui dati come la Tecnica di Restyling BBCS™:
- Fase 1: Identificare cosa funziona già.
- Fase 2: Proteggere cosa funziona.
- Fase 3: Cambiare una cosa alla volta per isolarne gli effetti.
- Fase 4: Quando un cambiamento migliora le performance, consolidarlo e documentarlo.
- Fase 5: Riutilizzare altrove, con cautela, ciò che funziona.
- Fase 6: Monitorare attentamente le performance dopo ogni modifica.
- Fase 7: Coinvolgere un esperto SEO in caso di dubbi.
Perché alcuni insistono nel “Rifare tutto da zero”
Non è raro incontrare qualcuno che è determinato a saltare l’approccio prudente e graduale descritto sopra per puntare subito a un rifacimento totale. Il loro non è necessariamente un gesto sconsiderato: di solito nasce da urgenza, entusiasmo o pressione. Ecco alcuni dei motivi più comuni dietro questa mentalità e cosa puoi fare invece per raggiungere gli stessi obiettivi senza rischiare di compromettere ciò che già funziona.
I motivi che seguono possono sembrare familiari e persino validi. Ma con un po’ di pianificazione in più, puoi mantenere ciò che funziona, migliorare ciò che non funziona ed evitare contrattempi indesiderati.
1. “Vogliamo un nuovo inizio.”
Alcuni vedono il restyling come quando si preme il pulsante del reset. Pensano che il sito attuale sia datato, disordinato o non più in linea con il brand, quindi sono tentati di buttare via tutto e ricominciare da zero.
Il rischio: Potresti eliminare elementi che funzionano silenziosamente, come testi ad alta conversione o che si posizionano in alto sui motori di ricerca.
Un approccio più intelligente: Costruisci il tuo nuovo inizio ridisegnando intorno ai tuoi punti di forza.. Prima identifica e conserva ciò che funziona (anche se è nascosto sotto un design superato). Poi ridisegna cambiando tutto attorno a queste risorse preziose. Otterrai comunque un sito pulito e moderno, ma con prestazioni integrate già testate.
2. “Abbiamo una scadenza da rispettare.”
Gli stakeholder vogliono tutto pronto entro una data di lancio precisa. Questo porta a fare tutto di corsa: design, contenuti, SEO, UX... tutto insieme.
Il rischio: Un lancio affrettato può causare perdita di SEO, link interrotti e confusione per gli utenti, tutti effetti negativi difficili da recuperare.
Un approccio più intelligente:Dividi il progetto in sezioni. Concentrati prima sulle pagine o sezioni chiave, quelle più importanti per il tuo business. Lascia che il resto segua dopo aver testato e ottimizzato. Così rispetti la scadenza e riduci il rischio di danni nascosti.
3. “Stiamo facendo un rebranding o una fusione.”
Nel caso di un rebranding completo o di una fusione aziendale, tutto deve cambiare, dall'estetica alla struttura fino allo stile e alla personalità. Può sembrare più semplice (o più coerente) rilanciare tutto in una volta sola.
Il rischio: Potresti perdere traffico esistente o la fiducia costruita attorno alla vecchia struttura.
Un approccio più intelligente: Pianifica una transizione guidata, non un cambiamento improvviso. Reindirizza con attenzione i vecchi URL. Conserva i contenuti con le migliori performance e adattali al nuovo brand. Mantieni utenti e motori di ricerca orientati mentre evolvi gradualmente la tua identità.
4. “Tanto non funziona niente.”
Può essere. Ma può anche essere che non si siano monitorate correttamente le performance, dando per scontato che nulla funzioni. Questo potrebbe portare a sentirsi liberi di rifare tutto da zero.
Il rischio: Potresti ignorare piccoli successi, come una pagina ben posizionata o un layout apprezzato dagli utenti.
Un approccio più intelligente: Prima di azzerare tutto, procurati dati affidabili sulle prestazioni del sito web. Se davvero non c’è nulla da salvare, lo saprai. E potrai procedere con un restyling radicale senza rimpianti. Ma se invece qualcosa funziona, potrai proteggerlo.
5. “L’ha fatto un concorrente, ed è fantastico.”
Un imprenditore vede un concorrente lanciare un sito nuovo e appariscente, e decide di imitarlo.
Il rischio: Ogni sito web ha punti di forza e obiettivi diversi e spesso unici. Ciò che funziona per un altro potrebbe non funzionare per te.
Un approccio più intelligente: Prendi ispirazione dagli altri, ma testa con i tuoi utenti e i tuoi dati. Puoi certamente aggiornare il sito per renderlo moderno e competitivo, ma fallo mantenendo sempre il focus sui tuoi obiettivi e sul comportamento del tuo pubblico.
6. “Il nuovo design è chiaramente migliore.”
Alcuni sono convinti che il nuovo design sia talmente superiore da garantire automaticamente risultati migliori.
Il rischio: Design e performance non sempre coincidono. Anche modifiche esteticamente eccellenti possono ridurre usabilità, SEO o conversioni.
Un approccio più intelligente: Testa il nuovo design su alcune pagine, idealmente con test A/B, se hai traffico sufficiente. Lascia che siano i dati a guidarti. Così potrai assicurarti che il nuovo look non solo sembri “più bello”, ma che aiuti davvero il tuo business.
In sintesi: I motivi che spingono alcuni a insistere per un restyling completo possono essere: il desiderio di un nuovo inizio, scadenze imminenti, rebranding o fusioni, siti poco performanti, il desiderio di imitare la concorrenza o semplicemente una cieca fiducia nel nuovo design. Tuttavia, queste motivazioni spesso trascurano il rischio di eliminare ciò che già funziona. Per fortuna esiste un approccio più sicuro ed efficace che permette di raggiungere gli stessi obiettivi senza compromettere le performance esistenti.
Case studies reali: il pericolo è concreto
È facile liquidare gli avvertimenti sui rischi di un restyling come puramente teorici. Ma osservando esempi reali, il quadro diventa molto più chiaro e allarmante. I seguenti esempi non sono ipotetici. Riguardano brand noti che hanno investito ingenti risorse nei loro restyling, solo per ritrovarsi con un calo drastico di traffico, forti critiche da parte degli utenti o persino danni a lungo termine. Naturalmente, poche aziende ammettono apertamente i propri fallimenti, soprattutto in settori legati al design. Ma le prove sono evidenti e incontrovertibili. Il 7 febbraio 2011, Gawker e i suoi siti affiliati (che includevano Gizmodo, Lifehacker, Jezebel e Deadspin) hanno lanciato un restyling radicale. I risultati furono immediati e devastanti. I visitatori unici giornalieri negli Stati Uniti di Gawker passarono da 561.000 a 257.000, mentre Gizmodo subì un calo simile, da 746.000 a 420.000. Secondo i dati di Sitemeter, il calo reale del traffico potrebbe essere stato ancora più grave. Nel complesso, la rete di Gawker ha registrato un crollo dell’80% del traffico totale subito dopo il restyling, e un calo del 50% nelle due settimane successive. Molti utenti si sono lamentati della nuova interfaccia poco familiare e della scarsa usabilità, esprimendo la loro frustrazione nei commenti. Il risultato è stato una perdita catastrofica di visibilità e coinvolgimento,un chiaro esempio di quanto possa essere rischioso un restyling su larga scala senza adeguati test utente e una pianificazione SEO solida. Il famigerato restyling di Digg del 2010, conosciuto come “v4”, è diventato un case study emblematico nel mondo tech. Il sito di social news vide una fuga di utenti quasi immediata. Secondo Computerworld, il traffico negli Stati Uniti crollò del 26%, mentre quello nel Regno Unito calò del 34%. Il restyling scatenò una reazione negativa diffusa. Il The Guardian riportò una vera e propria rivolta degli utenti, con i power user che stabilirono un giorno (“Quit Digg Day”) per abbandonare Digg in massa e per invadere la piattaforma di link verso Reddit. Anche The Atlantic confermò un costante declino del traffico nelle settimane successive. In un’intervista di Wired, un ex top contributor dichiarò senza mezzi termini: “Digg si è dissanguato perdendo utenti e traffico” a causa di un restyling alienante. Il colosso del retail Marks & Spencer spese 150 milioni di sterline e due anni per rinnovare il proprio store online. Purtroppo, i risultati non soddisfecero le aspettative. Come riportato dal The Guardian, le vendite online calarono dell’8% nei tre mesi successivi al lancio. Gli azionisti non furono contenti, e nemmeno i clienti. I feedback negativi furono numerosi. Un utente scrisse: “Odio il nuovo sito web, è così difficile da usare”, mentre un altro dichiarò: “Mi rifiuto di fare acquisti online. Il sito è diventato il meno intuitivo e il più complicato di tutti.” Il restyling, pensato per modernizzare l’esperienza utente, finì invece per allontanare i clienti. StumbleUpon, una piattaforma un tempo popolare per la scoperta di contenuti, introdusse un importante restyling nel dicembre 2011. Secondo la pagina Wikipedia, la piattaforma aggiunse nuove funzionalità e componenti dell’interfaccia, come l’“Explore Box”, eliminando al contempo elementi storici come i blog generati dagli utenti. La reazione fu immediata: nel giro di un mese, il traffico complessivo del sito calò del 25%. Gli utenti criticarono la nuova interfaccia, ritenendola complicata e poco familiare, mentre la rimozione dei vecchi contenuti alienò i fan di lunga data. Questo tentativo di reinventare la piattaforma contribuì alla sua perdita di rilevanza e coinvolgimento. Non tutti i fallimenti di restyling finiscono sui giornali, ma piattaforme come r/bigseo di Reddit e i forum ufficiali di Google sono pieni di storie reali di professionisti che hanno imparato a proprie spese. Un utente di Reddit ha spiegato come diversi siti su cui aveva lavorato hanno perso molto traffico dopo un restyling. Pur avendo implementato correttamente i redirect dalle vecchie alle nuove URL, la rimozione di gran parte dei contenuti ha fatto sì che, agli occhi di Google, i siti risultassero quasi come del tutto sconosciuti. L’utente ha tentato di reinserire le keyword più usate, ma si è trovato a dover capire come misurare la perdita di traffico e recuperare quanto perso. Un altro professionista SEO anonimo ha condiviso l’esperienza avuta con un cliente nel settore bancario locale che, dopo il restyling di un sito di 500 pagine, ha visto un calo del 64% nel traffico diretto e del 60% nel traffico organico branded. Anche se i redirect 301 e i META data erano stati correttamente migrati, e gli errori server erano minimi, il danno era già stato fatto. La loro storia evidenzia come anche restyling tecnicamente “corretti” possano causare gravi perdite di traffico se fattori SEO più profondi o segnali degli utenti vengono ignorati. In un thread di supporto su Google Search Central, un altro utente ha descritto un drastico calo di traffico dopo il restyling di un sito e l’aggiornamento degli elementi SEO. Si domandava se modificare tag title, meta description, stile dei contenuti e design potesse aver influito negativamente sulle pagine già posizionate (“e certo che influisce!” rispondiamo noi). Cambiare bruscamente metadati o layout che funzionano può confondere Google, ridurre il CTR e compromettere il ranking. Questo caso ricorda che le pagine di successo devono essere migliorate con cautela, non essere riscritte da zero senza una continuità strategica. Possiamo solo fare ipotesi sui professionisti anonimi che hanno condiviso le loro storie su Reddit e Google Support, ma quando si tratta dei fallimenti più noti, da Gawker a Marks & Spencer, una cosa è certa: non si trattava di dilettanti. Queste aziende non hanno affidato il restyling al “nipote smanettone”. Hanno quasi sicuramente ingaggiato agenzie di alto livello e professionisti esperti per svolgere il lavoro. Eppure, il risultato è stato comunque disastroso. Questa è la lezione più importante. Se organizzazioni al top, con accesso a risorse, ricerca e talenti di primo livello, possono commettere errori catastrofici durante un restyling, allora nessuno è immune. Reputazione, budget o competenze tecniche, da sole, non garantiscono un esito positivo. Da non dimenticare: il pericolo è reale. Un restyling non è solo un aggiornamento grafico. È il sapersi muovere strategicamente in un campo minato che influisce su SEO, comportamento degli utenti, traffico e obiettivi di business. Ecco perché abbiamo creato la Tecnica di Restyling BBCS™: un approccio passo passo che riduce i rischi, preserva la visibilità organica e mantiene ciò che funziona migliorando ciò che non va. Perché anche le migliori aziende possono sbagliare, a meno che il processo non venga gestito con umiltà e precisione.Case study 1: Restyling di Gawker Media (febbraio 2011)
Case study 2: Restyling di Digg v4 (agosto 2010)
Case study 3: Restyling dell'e-commerce di Marks & Spencer (2014)
Case study 4: Restyling di StumbleUpon (dicembre 2011)
Case study 5: Report anonimi da Reddit e Google Support
Lezioni per Noi
In sintesi: Esempi reali come i restyling di Gawker Media (2011), Digg v4 (2010), Marks & Spencer E-Commerce (2014), StumbleUpon (2011) e i report su Reddit e Google Support dimostrano i gravi rischi legati a restyling avventati. Questi case studies evidenziano come anche modifiche ben intenzionate possano causare drastici cali di traffico e perdita di valore SEO.
La soluzione “DeLorean”
Tra le tante storie condivise nei forum online, emerge un tema ricorrente: un mix di panico, rimpianto e totale confusione che segue spesso a un restyling mal eseguito. Non sono casi isolati. È allarmante quanto siamo comuni. Un utente di Reddit, dopo aver visto sparire il proprio traffico in seguito a un restyling, ha pubblicato una richiesta disperata di aiuto. L’urgenza era reale, la disperazione quasi tangibile.
Ma poi è arrivata una risposta, metà esilarante, metà tristemente accurata, che ha catturato perfettamente la situazione. Il consiglio?
- Procurati una DeLorean
- Raggiungi 88 mph in un parcheggio
- Il resto lo sai già...
Si ringrazia u/bradatlarge per l’umorismo brutalmente onesto.

Era ovviamente un riferimento ironico all’auto che viaggia nel tempo nella trilogia Ritorno al futuro. Ma dietro la battuta si cela una verità seria: quando un restyling azzera traffico, visibilità e risultati di business da un giorno all’altro, può davvero sembrare che l’unica soluzione sia tornare indietro nel tempo e annullare il danno. È una sensazione che molti professionisti, sì, anche esperti designer, hanno espresso di fronte alle conseguenze di decisioni che hanno ignorato la SEO.
Non esiste un pulsante magico di reset. E, a differenza di Hollywood, non hai una seconda possibilità. Un solo errore, un redirect mancante, una decisione frettolosa di eliminare contenuti utili possono avere effetti a catena che durano mesi o addirittura anni. È come demolire la casa solo perché c'era da ridipingere il soggiorno; o formattare il disco fisso solo perché l'immagine di sfondo del desktop doveva essere aggiornata.
Proprio questi tipi di disastri sono la ragione per cui è fondamentale pianificare in maniera attenta basandosi sui fatti. È per questo che la SEO deve far parte della conversazione sul restyling fin dal primo giorno, non a danno fatto. Ed è esattamente ciò per cui è pensata la Tecnica di Restyling BBCS™. Ti aiutiamo a evitare di avere bisogno di una DeLorean... proponendoti un piano solido.
P.S. Se hai già commesso errori costosi, non farti prendere dal panico. Tornare al sito precedente potrebbe essere la mossa più saggia. BBCS non ha una DeLorean, ma tu sì. Torna indietro adesso, e ti aiuteremo ad andare avanti in maniera intelligente con la Tecnica di Restyling BBCS™.
Consigli errati sul restyling a cui si è esposti
Se cerchi su YouTube informazioni sul restyling dei siti web troverai video tutorial, consigli ed esempi di restyling da parte di designer più o meno conosciuti. Mentre in italiano i video sono perlopiù di natura promozionale, in inglese sono numerosi i video che mostrano come designer conosciuti trasformano vecchi siti internet rinnovandoli e modernizzandoli. Il problema? Molto di ciò che viene raccomandato purtroppo risulterebbe molto rischioso se applicato a siti web già esistenti forse da molti anni e con punti di forza SEO ben consolidati. Diamo uno sguardo più attento ad alcuni dei video più popolari e analizziamo i consigli che offrono. Questo video, in inglese, al momento ha avuto circa 36.000 visualizzazioni e il canale ha più di 1 milione di iscritti. Quanto dicono nei loro video ha indubbiamente valore se viene applicato a siti internet nuovi (ecco il motivo del gran numero di iscritti e visualizzazioni). Ma avrebbe risultati disastrosi se applicato nel restyling di siti già esistenti. In questo video, Ran Segall ridisegna un sito di bevande e dice: “Per prima cosa devo dire che sono davvero confuso su cosa sia questa bevanda. Non so davvero cosa sia!” Errore 1: Nonostante non comprenda cosa sia il prodotto, procede comunque a modificare elementi SEO chiave, come il titolo principale, senza nessuna analisi delle performance della pagina e delle keyword su cui si basa. Errore 2: Declassa l'importante frase “summer sale” (promozione estiva) spostandola dall'intestazione a un semplice pulsante: “Abbiamo aggiunto la promozione estiva perché è importante far sapere che abbiamo una svendita in corso, giusto? Quindi l’abbiamo inserita come testo nel pulsante principale.” Facendo questo, però, ignora del tutto che il testo in un pulsante non ha lo stesso peso SEO. Errore 3: Giustifica il cambio del titolo dicendo: “Non so bene cos’è questa cosa. Quindi penso che qui possiamo scrivere una definizione o un titolo più chiaro.” Quello che fa qui è molto pericoloso in un contesto di restyling. L'idea personale del designer, tanto più su di un argomento che non conosce per niente, non ha nessuna rilevanza. Sono i clienti di riferimento che devono capire, non tu, designer. Brunton giudica il sito originale solo dall’aspetto: “Analizzerò questo sito che troviamo realmente online. ... A mio parere, è un sito che manca di appeal visivo. È piuttosto noioso. Vogliamo dargli più vita.” Errore 1: Cambia il titolo principale e unisce titolo e sottotitolo originale in una nuova frase, dicendo: “Usando questo titolo 'Peak website performance' si nota come la ripetizione e l’allitterazione rimangano molto più facilmente, in un nanosecondo, nella mente del lettore. Lo stesso vale per il sottotitolo, che ho voluto trasformare in una frase più leggibile. Quindi ora ho combinato titolo e sottotitolo in una frase semplice che si capisce.” Tutto ciò senza alcuna analisi delle parole chiave. Errore 2: Afferma: “Tutti quei dettagli sul ritorno dell’investimento di marketing e la SEO e cose simili possono essere inseriti all'interno in altre parti del sito.” Rimuovere questo contenuto, probabilmente ricco di parole chiave e rilevanza commerciale, può causare danni SEO irreversibili. Beard si concentra sul restyling della homepage di una caffetteria e ammette: “Una delle cose più importanti è trovare una foto che trasmetta l’energia che vogliamo. Quella che preferisco è questa.” Errore 1: Scegliere immagini basandosi sul gusto personale e non sul comportamento degli utenti o i dati di performance. Bisogna sempre ricordarsi che un sito web non è progettato per il proprietario o il designer, ma per l’utente. Errore 2: Dice: “Ho creato la frase 'everyone’s favorite pull-off'. È un po’ divertente.” Questo tipo di creazione soggettiva del tagline ignora completamente la ricerca di parole chiave. Qualcuno cercherebbe davvero questo? Errore 3: Afferma: “Voglio includere questo piccolo testo perché anche se non esattamente uguale, spesso è bene includere un paragrafo solo per scopi SEO.” Questo dimostra una comprensione errata della SEO. Inserire testi “solo per la SEO” senza strategia può fare più male che bene. Alcuni dei pochi video che appaiono in italiano sono, almeno in parte, da menzione positiva. In questo video, per esempio, si menziona chiaramente che un restyling fatto male può causare penalizzazioni da Google. A dirla tutta, a giudicare dal titolo, ci si aspettava molto di più dal contenuto di questo video. L'unico rischio che si menziona è quello di cambiare gli indirizzi delle pagine del sito (compreso il dominio) senza dare a Google le necessarie istruzioni che gli permettano di associare i nuovi indirizzi a quelli vecchi. Comunque, il solo aver detto questo gli fa meritare un chapeau! P.s.: divertente quando menziona la sindrome molto molto pericolosa che prima o dopo colpisce i nuovi direttori marketing, ovvero la sindrome del "Questo sito fa schifo"😂 Anche questo video in italiano merita una menzione positiva, persino maggiore rispetto al video precedente. Infatti, viene spiegato chiaramente di 1) non cambiare assolutamente l'URL o indirizzo delle pagine senza implementare redirect corretti, 2) non cambiare e non modificare troppo i Title e le Description, e 3) non stravolgere i contenuti. Un altro aspetto positivo menzionato è quelli di assicurarsi di fare modifiche una alla volta e non tutte contemporaneamente, in perfetta sintonia con la Fase 3 della Tecnica di Restyling BBCS™. Bravo Luca! Spesso designer di talento e con buone intenzioni, mostrano un sorprendente disinteresse per la SEO nel restyling di siti già esistenti. Nella maggior parte dei casi, i cambiamenti sono visivamente attraenti, ma non stiamo parlando di siti nuovi. Stiamo parlando di restyling. E questo cambia tutto. Non si può trattare un sito live e indicizzato come se fosse una tela bianca da iniziare a dipingere. Non si può semplicemente presumere che il contenuto originale non abbia valore. Forse la pagina esistente era al primo posto su Google. Forse era persino menzionata in Google AI Overview. Qualcuno l’ha controllato? Se era sepolta in fondo all’indice, tipo al milionesimo posto, allora sì, rifare tutto sarebbe la scelta migliore. Ma se performava bene, modificarla basandosi solo sull'intuito sarebbe una mossa sconsiderata. La verità è che molti dei video su YouTube sono popolari perché il loro pubblico è per lo più composto da designer e sviluppatori in cerca di ispirazione visiva. I consigli dati funzionano spesso benissimo per siti nuovi, ma non per restyling di siti già consolidati. Per essere chiari, apprezzo spesso i miglioramenti visivi che propongono. Ma apprezzare un design non è la stessa cosa che convalidarlo in base al comportamento degli utenti e le performance SEO. Quando si fa un restyling, non si parte da zero. Si lavora su qualcosa che è già online e potenzialmente di successo. Nei restyling, la regola fondamentale è semplice: valorizza ciò che funziona. Costruiscici sopra, non distruggerlo, perché ciò che funziona è frutto di duro lavoro. La trappola da evitare? I designer tendono a lavorare d’istinto dando priorità a ciò che a loro piace o alle loro sensazioni. Questo è un approccio pericoloso. Caro designer: le tue sensazioni non contano qui. Conta come si comportano i veri utenti, a cosa loro danno valore e cosa funziona già. Forse la tua nuova immagine, il tuo nuovo layout o il tuo nuovo titolo sono davvero migliori. Ma finché non sono testati e convalidati, sostituire quelli vecchi è un rischio. I restyling sono operazioni delicate. Anche se il sito originale aveva difetti, lanciarsi pensando che ogni cambiamento sia un miglioramento è un errore. E no, dire “vedrai i benefici a lungo termine” non basta. Qui stiamo parlando di business. Un restyling deve proteggere l’investimento del cliente, non metterlo a rischio per l’estetica. Ed è proprio qui che entra in gioco la Tecnica di Restyling BBCS™. Non rifacciamo il sito per il gusto di farlo. Lo rifacciamo basandoci sui dati, avendo la SEO in mente, e soprattutto rispettando ciò che funziona già.Video 1: Website Redesign #3 | Clean and Premium – Ran Segall
Video 2: Website Redesign: Good to Great – Matt Brunton
Video 3: Small Business Website Redesign – Maddy Beard
Video 4: Restyling del sito web: come evitare penalità da Google
Video 5: Restyling sito web e perdita di posizioni su Google
Lezioni per noi
In sintesi: Molti consigli popolari sui restyling si concentrano sull’aspetto visivo trascurando la SEO, il che spesso porta a cambiamenti dannosi su siti già online da tempo. Modifiche basate sulle decisioni del designer senza validazione SEO mettono a rischio il posizionamento e l’engagement degli utenti.
Domande Frequenti
Come posso aggiornare un sito web esistente?
La Tecnica di Restyling BBCS™ può essere riassunta così:
- Passo 1: Identifica cosa funziona – Usa i dati per determinare quali pagine, parole chiave e funzionalità stanno performando bene.
- Passo 2: Proteggi ciò che già funziona – Non cambiare ciò che ha successo; preserva posizionamenti, contenuti e strutture performanti.
- Passo 3: Cambia una cosa alla volta – Evita cambiamenti caotici; isola le modifiche per monitorare chiaramente i risultati.
- Passo 4: Mantieni le modifiche che funzionano – Riconosci i cambiamenti vincenti e conservali durante il processo di restyling.
- Passo 5: Applica altrove (con cautela) – Riutilizza con attenzione le modifiche di successo senza tuttavia presumere che funzionino ovunque.
- Passo 6: Monitora attentamente dopo le modifiche – Controlla traffico e metriche di coinvolgimento subito dopo gli aggiornamenti.
- Passo 7: Considera di lavorare con un esperto SEO – Uno specialista può aiutarti a proteggere la tua visibilità ed evitare errori costosi.
Il mio sito web ha bisogno di un redesign?
Potrebbe essere necessario nel caso si osservi un calo misurabile di traffico organico, di coinvolgimento utenti o di tassi di conversione. Ma la decisione deve basarsi sui dati. Usa strumenti come Google Analytics, Search Console e mappe di calore per valutare le prestazioni. Un sito che sembra vecchio potrebbe comunque performare eccezionalmente bene. Il redesign dovrebbe risolvere problemi reali, non solo preferenze estetiche.
Quanto costa il restyling di un sito web?
Il costo dell’Analisi Preliminare è di €180 più €5–6 per pagina web. Il costo finale del redesign dipende dalla salute attuale del tuo sito: più il sito è in buone condizioni, meno modifiche saranno necessarie e più conveniente sarà l’intervento. In definitiva, pagherai solo ciò che è davvero necessario per raggiungere i tuoi obiettivi.
Come modernizzo il mio sito web?
“Modernizzare” non significa sostituire tutto. Al contrario, mantieni ciò che funziona, specialmente le pagine che si posizionano bene e convertono, e modernizza gradualmente. Migliora la velocità, l’accessibilità e la fruibilità mobile. Aggiorna il design senza stravolgere né i contenuti né la struttura. Esegui test controllati e valida ogni modifica con dati reali per evitare perdite SEO involontarie.
Il restyling di un sito influisce sulla SEO?
Sì, e spesso negativamente se non gestito con attenzione. Cambiare URL, titoli, contenuti o struttura senza precauzioni può distruggere anni di valore SEO accumulato. Questa pagina che stai leggendo illustra casi reali in cui il traffico è crollato dopo restyling frettolosi. La SEO deve guidare il restyling passo dopo passo. Redirect, preservazione dei metadati, continuità dei contenuti e ambienti di staging sono essenziali per evitare disastri. Ecco perché esiste la Tecnica di Restyling BBCS™, per prevenire questi errori costosi.
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